10 dicembre 2021
Seguici anche su
Gradualità, cautela, e spinta sull’innovazione tecnologica. Questo, in sintesi, il Chicco Testa pensiero sulla transizione ecologica ed energetica. Per il presidente di Fise Assoambiente, ospite del Gruppo imprese artigiane all’Auditorium Paganini di Parma, il passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, <non è un meccanismo on-off>, ma bisogna avere una visione globale, realistica e basata sulla fattibilità, soprattutto in termini di costi, economici e di conseguenza anche sociali. Se non si ragiona tenendo conto di tutte le variabili, e si guarda sono a un cronoprogramma a cadenza forzata, il nostro tessuto produttivo, fatto soprattutto da Pmi, potrebbe risentirne in maniera determinante.
Dopo i saluti della vicepresidente Gia Barbara Piccinini, che ha posto l’accento sugli oneri di una transizione ecologica ma anche sulle opportunità, se il tema è una maggior sensibilità culturale in materia, e quelli del Sindaco Federico Pizzarotti, che ha parlato di <pragmatismo e integrazione progressiva, non azioni che facciano perdere competitività alle imprese>, si è entrati nel vivo della tavola rotonda.
Fermo restante per tutti che l’attenzione all’ambiente sia un argomento su cui l’accordo è unanime, per il vicepresidente Gia Fabrizio Montali, <il processo non è così semplice né può essere così immediato, soprattutto perché alle aziende è stato dato solo un calendario a tappe, per quanto riguarda invece i costi, le modalità, la giungla della burocrazia che ogni giorno occorre affrontare, gli imprenditori devono cavarsela da soli. Sicuramente un ruolo centrale, per un reale cambiamento di paradigma, lo rivestirà l’innovazione tecnologica e digitale, che può incidere, ad esempio, sulla riduzione dei consumi e sull’ottimizzazione dei processi>.
Anche per Gianpaolo Lombardo, past president Gia, la transizione energetica è una rivoluzione che richiede tempo e che coinvolge le Pmi sotto tanti aspetti. <Molte eccellenze del nostro tessuto produttivo sono inserite in filiere importanti, come l’Automotive, per citarne una. Cosa succederà a queste realtà, nel quadro di un disegno che sta spingendo l’acceleratore verso le auto elettriche, quando ad oggi, leader mondiale per la realizzazione di batterie è la Cina? E come ci si occuperà dello smaltimento delle stesse e chi?>.
Sollecitazioni che Chicco Testa avvalora attraverso una disamina che dal generale si cala sulla nostra specifica situazione nazionale.
<Occorre considerare che nei prossimi anni i tre quarti della popolazione mondiale sarà concentrata in paesi come la Cina, l’India, il Sud America, Africa. E per la loro legittima crescita i governanti ricorreranno a quelle stesse fonti che hanno permesso all’occidente di svilupparsi – carbone, legna, petrolio, gas – e non possiamo ragionevolmente pretendere che se ne privino, in nome del riscaldamento globale. I nuovi consumatori utilizzeranno gli stessi strumenti con cui noi ci siamo avvantaggiati. A cominciare dall’uso dei veicoli a motore tradizionale>.
Solo fotografando l’oggi il mondo consuma 100 milioni di barili di petrolio e 11 miliardi di metri cubi di gas al giorno. In termini di energia il consumo medio annuo per famiglia è di 5000 KW/h per le economie come la nostra e di 200-300 KW/h per i paesi africani.
<Di fronte a una domanda che crescerà l’offerta fa fatica. Questo spiega in parte l’aumento dei costi dell’energia, già ad ora, in Italia, di un pesantissimo 7-8%, condizione man mano insostenibile per le nostre imprese. L’altro aspetto che spiega l’incremento delle tariffe, è che in un’ottica di dismissione delle risorse fossili, si sono congelati investimenti, sul gas ad esempio, e sulla ricerca di soluzioni praticabili>, spiega l’ospite.
Solo in questa visione ricomprensiva si può e deve guardare al tema della transizione energetica. <Sì all’utilizzo delle fonti rinnovabili, che dipendenti dal meteo non dimentichiamo essere intermittenti, ma con approccio graduale, che deve essere conveniente e sostenibile. Si faccia una politica di investimenti seri a supporto delle imprese, ma si mantenga l’utilizzo delle alimentazioni energetiche in essere, ad integrazione, fintanto che le potenzialità diventino realmente vantaggiose, come è successo con la transizione digitale, o quanto meno non penalizzanti, vista l’inevitabile perdita di competitività rispetto ad altri paesi con politiche energetiche diverse. Per velocizzare il percorso sicuramente occorre poi puntare su ricerca e sviluppo e sull’innovazione tecnologica>, conclude Testa.