26 febbraio 2024
Le comunità energetiche rinnovabili, con tutto ciò che comporta in termini di risparmio in bolletta, di decarbonizzazione e maggior autonomia dalle fonti di approvvigionamento estero, e condizionamenti geopolitici derivanti, sono state al centro del convegno organizzato dal Gruppo Imprese Artigiane, all’Antica Tenuta Santa Teresa, dal titolo “L’energia per le nostre imprese. Comunità energetiche, fotovoltaico, cogenerazione ed altre configurazioni di autoconsumo”.
“Un’occasione importante per accrescere la consapevolezza circa le CER, parte rilevante del processo inerente la transizione energetica, fondamentale in termini di benefici ma che va accompagnato, con indicazioni concrete e sostegno. In tal senso, proprio in questi giorni sono finalmente state pubblicate le regole operative per accedere agli incentivi in materia di comunità energetiche e autoconsumo collettivo”, ha introdotto il presidente Gia Giuseppe Iotti.
Nel merito entra Gianluca Bufo, amministratore delegato Iren mercato: “Sono due le tipologie di incentivo, un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili, finanziato dal Pnrr e rivolto alle Comunità con impianti realizzati nei comuni sotto i 5mila abitanti e una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale. Ricordo anche che il potenziale di sviluppo del CER nel nostro Paese ammonta a 40-50mila, un’opportunità cui tutti dovremmo concorrere”.
Anche per Giovanni Giusiano, direttore generale Bit, società di consulenza tecnica nell’ambito green. «la transizione alle fonti rinnovabili, fotovoltaico in primis ma anche l’eolico e altro, è necessaria, sia nell’ambito del processo di decarbonizzazione che per una stabilizzazione dei prezzi dell’energia, oggi soggetto alle oscillazioni di mercato”.
Infine Davide Del Grano, Sep energia srl, pone l’accento sulla necessità di un cambio di mentalità, per comprendere come il cammino verso un’autonomia energetica, sia un’opportunità per tutti, e le aziende in primis che “hanno l’opportunità di pianificare i costi anche per trent’anni. A questo cambio sono invitati tutti gli attori, sia pubblici che privati, anche perché le normative sono e saranno sempre più incentrate nella direzione della premialità. Le regioni più virtuose avranno Pun più bassi e quelle meno performanti più alti. Ecco perché è importante una consapevolezza sempre più diffusa su questa tematica”.
LEGGI ARTICOLO SULLA GAZZETTA DI PARMA