Combattere lo skill mismatch e democratizzare la transizione digitale. Imprenditori in prima linea

Combattere lo skill mismatch e democratizzare la transizione digitale? E’ possibile, oltre che necessario, ma occorre tornare al modello di bottega. Quella rinascimentale fiorentina insegna.

E’ l’approccio di cui si è ragionato, attraverso case history di successo, durante l’Assemblea annuale del Gruppo Giovani del Gruppo imprese artigiane, che si è svolta al Labirinto della Masone, con un focus sul tema “L’evoluzione tecnologica in ambito aziendale”.

Dopo i saluti del presidente Gia Giuseppe Iotti e di Elisa Dellapina, BPER Banca Area Manager Parma e Piacenza che ha contribuito all’evento, è stato Luca Sfulcini, alla guida del Gruppo Giovani, ad entrare nel merito dell’argomento: “Il tema dell’innovazione si porta dietro problematiche connesse come quella della formazione, delle competenze necessarie e dell’occupazione. Il nostro impegno come Gruppo, quest’anno cresciuto e quindi in ottima salute anche in termini di iniziative intraprese, è quello di leggere la contemporaneità e dare un contributo fattivo sulle difficoltà riscontrate. In questa occasione, abbiamo voluto predisporre anche un workshop funzionale a far emergere le necessità dei giovani imprenditori che, una volta raccolte, andranno a tradursi in altrettanti progetti di approfondimento e sviluppo”.

Partire dalle esigenze reali e proporre soluzioni concrete quindi. In quest’ottica, in tema di occupabilità correlata all’evoluzione tecnologica, ovvero la mancata corrispondenza esistente tra le competenze – tecniche, umane e sociali – acquisite dalle persone, specie dai giovani ancora in cerca di lavoro, e quelle richieste in ambito lavorativo dalle aziende, sono state presentate due esperienze che potrebbero rappresentare un modello risolutivo, almeno in questa fase transitoria.

La prima è quella di Guilds4, la cui filosofia viene raccontata da Andrea Alfieri, presidente della società che ha sviluppato una piattaforma, che permette di abilitare le persone ad opportunità in ambito digitale. “Disegniamo percorsi di job readiness per scuole, università, PMI, startup e anche Pubblica Amministrazione per combattere lo skill mismatch e democratizzare la transizione digitale. Il concetto da cui partiamo è un ritorno al passato, ovvero quello della bottega rinascimentale, un luogo dove prepararsi al lavoro. La formazione purtroppo oggi è tarata su tanta teoria. In una bottega (Leonardo da Vinci era garzone nella bottega del Verrocchio) invece si lavora su commesse, quindi sullo sviluppo di progetti reali. Gli imprenditori potrebbero essere i nuovi ‘mecenati’ che contribuiscono (praticamente a costo zero o quasi, visti i tanti finanziamenti sulla transizione digitale disponibili) alla formazione di ‘garzoni’ che concorrono insieme all’’artista’ alla realizzazione delle commesse. ‘Garzoni’ che poi potranno essere assunti internamente per la gestione dei prodotti realizzati in bottega e necessari in azienda (ad esempio un CRM o un portale e-commerce). Questo approccio crea competenze e le assicura, tagliate su misura, alle imprese, sempre più in difficoltà nella ricerca di personale specializzato”.

L’altra esperienza, che parla sempre di imprenditori in prima linea per affrontare il problema dello skill mismatch, è quella di Automation Farm, illustrata da Mattia Moruzzi ad di Techcab, membro del Gruppo Giovani, e capofila dell’iniziativa. “Il progetto consiste nell’offrire gratuitamente a personale docenti e studenti una specifica formazione nel campo dell’automazione industriale attraverso le conoscenze di tecnici ed esperti, che si recano direttamente nelle scuole e negli enti di formazione aderenti ai laboratori predisposti. Oltre alle competenze in termini di docenza le diverse aziende coinvolte nell’iniziativa mettono a disposizione anche strumentazione e software all’altezza dei progetti che si vanno a sviluppare”.