Camera di Commercio dell’Emilia: dati relativi al primo trimestre 2024. Produzione manifatturiera in aumento a Parma

20 giugno 2024

Si è chiuso in crescita il primo trimestre 2024 per la manifattura parmense. A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese, che parlano di un aumento della produzione industriale in senso stretto dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; un dato che si contrappone decisamente ad un valore medio regionale in calo del 3,7%.

Analizzando i principali settori produttivi, si nota che la crescita maggiore della produzione industriale parmense si è registrata nel tessile-abbigliamento-cuoio e calzature (+5,5%), seguita dal +4,2% dell’alimentare/bevande, dal +2,7% della lavorazione di minerali non metalliferi e +2,1% della meccanica. Segno negativo, invece, per l’industria dei metalli (-6,0%) e per il legno e mobile (-4,6%).

Insieme all’entità dei volumi, anche il fatturato è aumentato, con un +0,5% complessivo (a livello regionale, al contrario, si registra una flessione del 3,5%), e un aumento dello 0,9% sui mercati esteri (-1,1% il dato regionale).

Il fatturato totale è trainato soprattutto dal tessile-abbigliamento-cuoio e calzature (+8,1%); a seguire alimentari/bevande con +2,5% e meccanica +2,3%. In lieve crescita (+0,1%) anche le industrie della lavorazione di minerali non metalliferi (vetro, ceramica, materiale edilizio), mentre calano legno e mobile (-6,0%) e le industrie dei metalli (-5,8%).

Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – crescono dello 0,3% (il dato regionale è in calo del 2,1%), con una spinta particolare dai mercati esteri, in cui si registra un aumento dell’1,8%, contro il +0,1% a livello regionale.

L’aumento degli ordini risulta trainato a pari merito (+2,2%) da meccanica e alimentari/bevande (che registrano sui mercati esteri rispettivamente +3,0% e +1,5%).

Da sottolineare la performance particolarmente positiva del tessile-abbigliamento-cuoio e calzature che, sempre sull’estero, cresce a due cifre (+12,5%).

Ordinativi, quindi, tutti positivi sui mercati esteri, con +0,2% per l’industria dei metalli e pareggio per il legno e mobile. Il grado di utilizzo degli impianti risulta del 78,1% (quattro punti al di sopra della media regionale) e 13,4 sono le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del trimestre, contro una media regionale di 11,8.

Secondo le previsioni di produzione (assicurata dal portafoglio ordini) il 62% delle imprese ipotizza stabilità, il 22% aumento e il 16% un calo.

Per quanto riguarda gli ordinativi, il 61% ipotizza stabilità, il 18% aumento e il 21% diminuzione, valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima di 63% per la stabilità, 15% per un aumento e 23 per timori di calo. Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 23% delle imprese, di stabilità per il 58% e di calo per il 19%.

FOCUS ARTIGIANATO

Per l’artigianato manifatturiero, nel primo trimestre 2024, rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, si evidenzia un rallentamento nella produzione del 2,6% (migliore del -4,8% regionale), con un contemporaneo rallentamento degli ordinativi del 2,3% complessivo (regionale -4,7%) e crescita invece dello 0,4% sull’estero (rispetto al calo regionale del 5,0%).

Il fatturato scende complessivamente dell’1,6% (contro un -4,9% regionale), mentre cresce dell’1,6% sui mercati esteri (-5,2% il calo regionale), probabilmente grazie alla performance di crescita a due cifre del tessile-abbigliamento (+11,5%), e a seguire grazie al +1,5% di alimentari/bevande, del +1,1% della meccanica e del +0,3% dell’industria dei metalli.

Secondo le previsioni di produzione per il secondo trimestre, il 59% delle imprese artigiane ipotizza stabilità, il 18% aumento e il 23% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 61% ipotizza stabilità, il 14% aumento e il 25% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una certa fiducia di stabilità per il 71%, timori di calo per il 24% e ipotesi di crescita per il 5%. Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 19% delle imprese, di stabilità per il 58% e di calo per il 22%.

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