28 aprile 2023
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Il GIA Gruppo Imprese Artigiane, credendo fortemente alla necessità di un impegno delle PMI verso la sostenibilità energetica ed ambientale dei loro processi e dei loro prodotti, ha promosso, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Parma, e specificamente con il gruppo di ricerca del Prof. Pier Luigi Marchini, un’indagine, tramite un questionario cui hanno risposto in molti associati, più di quanti ci si aspettasse. “In particolare, si sono dimostrati attenti al tema aziende alimentari e meccaniche, per lo più in fase di approccio iniziale al problema, anche se alcune invece sono già ad un livello avanzato. Un 15% mette sul mercato già oggi prodotti che definisce in qualche modo “green”, e altrettanti stanno muovendosi in tal senso perchè lo richiedono i suoi clienti. Un buon numero utilizza e cerca di utilizzare più materiali riciclati, ed è consapevole delle procedure corrette per trattarli a fine vita, e in generale della legislazione sull’argomento. Una metà si sforza di acquistare energia da fonte rinnovabile o produrne direttamente, avendo fatto investimenti a questo scopo, e molti ritengono che in questo modo stanno riducendo i costi aziendali. Purtroppo, solo un 15% ha ottenuto sinora finanziamenti pubblici per operare in questo o quell’aspetto della transizione energetica e ambientale”, riferisce il Presidente GIA Giuseppe Iotti.
Da una lettura complessiva dei dati si può osservare come anche il mondo delle PMI della Provincia di Parma si stia piano piano sensibilizzando ai temi della sostenibilità, con particolare attenzione alle questioni di tipo ambientale, pur constatando che si è prevalentemente ad uno stadio embrionale che non sta ancora, ad oggi, determinando, nell’insieme, un impatto significativo sui processi delle medesime.
Nel merito entra Marchini: “A tale riguardo, pare significativo considerare come solamente circa il 20% delle imprese possieda o stia ottenendo una certificazione ambientale, tra cui, ad esempio, la certificazione ISO 14001, ad evidenza del fatto che il percorso non abbia esiti immediati e comporti comunque differenti fasi di progressiva attuazione della strategia di gestione degli impatti ambientali”.
Un possibile strumento di più ampia e veloce diffusione di azioni di tutela energetica ed ambientale risulta essere quello legato alle dinamiche di filiera. Infatti, continua Marchini, “ben il 48% delle imprese è a conoscenza del fatto che i propri fornitori stiano adottando misure di gestione sostenibile circa l’impatto delle proprie azioni sul cambiamento climatico, anche se la maggioranza delle stesse (72% circa) non ritiene che tali misure adottate dai fornitori stiano incidendo in modo diretto o indiretto sulle strategie della propria impresa”.
Risulta, tuttavia, importante rilevare come più della metà delle imprese (il 54% circa) ritenga importante investire risorse nel prossimo futuro in percorso di sostenibilità e, in generale, di attenzione alle questioni inerenti al cambiamento climatico. “Inoltre, è da considerarsi estremamente positivo il fatto che ben il 43% circa delle imprese abbia realizzato negli ultimi 3 anni interventi/investimenti in grado di consentire una riduzione dell’utilizzo di energia, con conseguenti impatti positivi sia in termini di riduzione di utilizzo di risorse impattanti sull’ambiente che di abbassamento dei costi aziendali”, conclude Marchini.
In quale delle seguenti fasi ritenete sia posizionata la Vostra impresa nell’ambito dell’approccio ai temi della sostenibilità e dell’attenzione alle questioni inerenti al cambiamento climatico?
Ritenete importante investire risorse nel prossimo futuro in percorso di sostenibilità e di attenzione alle questioni inerenti al cambiamento climatico?
Rassegna stampa dopo la presentazione dei dati
Transizione ecologica, a che punto sono le Pmi di Parma? Indagine del Gia e UniPr – la Repubblica